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Come le strade italiane influiscono sulla durata degli ammortizzatori delle auto

Le strade italiane, con la loro ricca varietà di superfici e condizioni, sono spesso oggetto di discussioni tra automobilisti e professionisti del settore automobilistico. Mentre le strade di alcune nazioni offrono percorsi ben curati e lisci, l’Italia presenta una sfida unica per i veicoli. Tra buche, strade dissestate, pavimentazioni irregolari e variazioni meteorologiche stagionali, le condizioni delle strade italiane hanno un impatto diretto e significativo su componenti chiave dei veicoli, come gli ammortizzatori.

Le condizioni delle strade italiane

In Italia la qualità delle strade varia considerevolmente da regione a regione. In alcune aree, come le zone rurali o montane, le strade possono essere particolarmente sconnesse o piene di buche e spesso non vengono adeguatamente mantenute per lunghi periodi. Le zone urbane, invece, possono presentare problemi differenti, come pavimentazioni usurate, dislivelli o dossi artificiali, progettati per ridurre la velocità ma che, a lungo termine, possono provocare danni agli ammortizzatori.

I fattori che contribuiscono al deterioramento delle strade italiane sono molteplici:

  • Clima: il clima mediterraneo, con estati calde e secche e inverni rigidi e piovosi, influisce notevolmente sulla qualità del manto stradale. Durante l’inverno, il fenomeno del gelo-scongelamento contribuisce alla formazione di crepe e buche. Queste imperfezioni diventano sempre più grandi se non vengono riparate, aumentando l’usura degli ammortizzatori delle auto.
  • Mancanza di manutenzione: le amministrazioni locali, spesso limitate da risorse economiche insufficienti, non riescono a mantenere le strade in condizioni ottimali. Le riparazioni sono talvolta temporanee, creando un ciclo continuo di problemi che si ripresentano nel tempo.
  • Fattori geografici: l’Italia è una penisola con una geografia complessa, fatta di montagne, colline e pianure. Alcune strade, specialmente nelle aree montuose, sono più soggette a erosione e frane, creando percorsi difficili per i veicoli e sollecitazioni extra per le sospensioni.

Il ruolo degli ammortizzatori

Gli ammortizzatori sono una parte essenziale del sistema di sospensioni dell’auto. La loro funzione principale è quella di controllare il rimbalzo delle molle e assorbire le asperità del terreno, garantendo comfort di guida e, soprattutto, sicurezza. Senza ammortizzatori efficaci, la guida diventerebbe instabile, soprattutto su terreni irregolari, con conseguenze potenzialmente pericolose per la tenuta di strada e la frenata. In Italia, le caratteristiche del manto stradale possono mettere a dura prova questo componente.
Il continuo impatto con buche, dossi e superfici sconnesse forza gli ammortizzatori a lavorare in condizioni più gravose rispetto a quelle previste in condizioni normali. Di conseguenza, questo provoca una maggiore usura e, talvolta, una prematura sostituzione.

L’usura degli ammortizzatori

Gli ammortizzatori, pur essendo progettati per resistere a forti sollecitazioni, hanno una durata limitata, che dipende in gran parte dalla qualità delle strade percorse. La loro vita utile si aggira mediamente tra i 70.000 e i 100.000 chilometri, ma percorrere strade dissestate o piene di ostacoli può ridurre drasticamente questa stima. In particolare, affrontare quotidianamente buche o terreni accidentati può causare:

  • Perdita di efficacia: Gli ammortizzatori potrebbero perdere la loro capacità di assorbire efficacemente le sollecitazioni. Questo significa che l’auto sarà più soggetta a vibrazioni e oscillazioni, riducendo il comfort e aumentando il rischio di incidenti.
  • Usura precoce dei componenti: Gli ammortizzatori, quando costantemente sottoposti a urti violenti, possono perdere il loro olio interno o subire danni ai paraoli, compromettendo l’efficienza del sistema.
  • Danni alle sospensioni: Un ammortizzatore usurato non è in grado di proteggere adeguatamente le altre componenti della sospensione, come bracci oscillanti, giunti sferici e supporti. Questi elementi, a loro volta, potrebbero deteriorarsi più rapidamente.

La sicurezza stradale

Uno dei problemi principali legati alla scarsa manutenzione degli ammortizzatori è l’impatto diretto sulla sicurezza. Ammortizzatori inefficienti possono allungare la distanza di frenata, soprattutto su strade bagnate, e compromettere la stabilità dell’auto in curva. Inoltre, una sospensione mal funzionante riduce la trazione degli pneumatici, facendo perdere aderenza all’auto, soprattutto in condizioni critiche come la guida su asfalto bagnato o sdrucciolevole.

Come prevenire l’usura prematura

Sebbene le condizioni delle strade italiane possano essere sfavorevoli, ci sono diverse misure che gli automobilisti possono adottare per ridurre l’usura degli ammortizzatori:

  • Manutenzione regolare
  • Adeguare la velocità
  • Evitare i sovraccarichi
  • Gonfiaggio corretto degli pneumatici

 

Quando bisogna cambiare gli ammortizzatori

Gli ammortizzatori, come tutti i componenti meccanici, hanno una durata limitata e devono essere sostituiti quando iniziano a perdere efficacia. Non esiste un chilometraggio preciso per il cambio, poiché la loro usura dipende da diversi fattori come lo stile di guida, le condizioni delle strade e la manutenzione effettuata. Tuttavia, ci sono segnali chiari che indicano la necessità di una sostituzione. Se l’auto inizia a oscillare eccessivamente dopo aver superato una buca, se si notano perdite di liquido intorno agli ammortizzatori o se si avvertono vibrazioni anomale durante la guida, è il momento di farli controllare da un professionista. Inoltre, l’allungamento della distanza di frenata o una sensazione di instabilità in curva sono sintomi di ammortizzatori usurati. In generale, si consiglia di far ispezionare gli ammortizzatori ogni 20.000-30.000 chilometri e di considerarne la sostituzione tra i 70.000 e i 100.000 chilometri, soprattutto se l’auto percorre regolarmente strade dissestate o affronta frequenti variazioni di carico. Puoi approfondire l’argomento sui principali sintomi di ammortizzatori rotti sul sito web AUTO-DOC.it

Leggendo questo articolo, potresti pensare che anche la tua auto mostra dei segnali che rivelano che gli ammortizzatori sono usurati e che sei in ritardo per la loro sostituzione. Se questo è il tuo caso, puoi consultare la guida su come sostituire un ammortizzatore danneggiato.
In conclusione, le strade italiane rappresentano una sfida significativa per la durata degli ammortizzatori delle auto. Tuttavia, con una manutenzione preventiva e l’adozione di buone abitudini di guida, è possibile limitare l’usura e prolungare la vita di questo componente fondamentale.

22/10/2024Comments Off
Freni a disco, cosa c’è da sapere

Conosci la storia dei freni a disco?
Come per tante innovazioni, anche nel caso dei freni a disco l’idea base risale agli albori del motorismo. E anche in questo caso per arrivare a metterla in pratica e in maniera diffusa ci sono voluti molti anni.
La storia ci ha insegnato che fermare qualcosa in movimento è stato più difficile che muoverlo. In passato ci si affidava alla forza di un animale per muoversi e alla sua forza per fermarsi. Poi grazie al genio umano si ebbe l’intuizione di provare a fermare in qualche modo la ruota con qualcosa, e nacque così il primo freno su una ruota sola, grazie a un ceppo di legno che imperniato sul carro faceva forza sulla ruota e frenava, o meglio rallentava il carro.
Ai primordi dell’auto i freni erano quasi considerati inutili, infatti Ettore Bugatti affermò che le sue automobili erano costruiti per correre e non certo per fermarsi.
In campo automobilistico agli inizi della prima guerra mondiale c’erano auto che superavano i 70/80 chilometri orari e per fermarsi si affidavano ai freni a filo, come per le biciclette, che per di più agivano solo sui freni posteriori.
Eppure il primo brevetto relativo a un freno a disco destinato ad equipaggiare un’automobile risale al lontano 1902, quando un tecnico inglese di nome Lanchester sperimentò un impianto frenante a disco che stretto da una pinza meccanica tra due piccole pastiglie riusciva a rallentare e poi arrestare l’automobile.
Negli anni successivi ci furono altri tentativi di utilizzo dei freni a disco, ma la consacrazione avvenne a Le Mans nel 1953 quando la Jaguar adottò i freni a disco sulle C-Type. La vittoria fu netta grazie alla superiorità di frenata, che oltre a garantire una migliore frenata avevano una maggiore resistenza rispetto alle rivali. La strada era ormai segnata e i freni a disco furono introdotti anche sulle auto di serie. La prima automobile dotata di freni a disco è stata la Citroen DS 19 nel 1955

Come funzionano i freni a disco?
Il freno a disco è costituito da diverse parti: disco, ruota, pinze e le pastiglie. I dischi dei freni sono un componente essenziale dell’impianto frenante che insieme alle pinze dei freni e alle pastiglie dei freni lavorano in armonia per fermare l’automobile quando si preme il pedale del freno. Durante la frenata, le pinze spingono le pastiglie contro il disco del freno che genera un attrito con il disco e porta il veicolo a un arresto controllato, nonostante viaggi ad alta velocità.
I 5 segnali che indicano che i freni a disco necessitano di un controllo
Nella cura della propria auto bisogne sempre prestare attenzione ai segnali di allarme che indicano la necessità di assistenza e questo può significare la differenza tra la vita e la morte sulla strada. Anche nel caso dell’impianto frenante ci sono alcuni evidenti segnali che vi fanno capire che i vostri freni hanno bisogno di manutenzione. Ecco i 5 segnali più comuni che indicano la necessità di un controllo:
– Il volante oscilla durante la guida
– Pedale del freno meno reattivo
– Prestazioni dei freni ridotte
– Disco freno deformato
– Suono stridente durante la frenata

Quando bisogna cambiare i dischi dei freni?
La risposta scontata è quando il disco è usurato. L’usura è causata dall’asportazione di materiale da parte delle pastiglie quando l’auto è in frenata. Quando i dischi dei freni sono nuovi di zecca, hanno uno spessore determinato dal produttore. Questo viene deciso nella fase di ingegnerizzazione della produzione del veicolo, tenendo conto dell’attrito costante delle pastiglie dei freni e delle forze e del calore esercitati sui dischi dei freni. Si consiglia di sostituire i dischi freno quando raggiungono lo spessore minimo determinato dal produttore del veicolo. Se lo spessore del disco scende al di sotto del minimo consentito, è il momento di andare in officina. Non è possibile definire quanti chilometri può durare un disco in quanto gli elementi che influenzano la sua durata sono numerosi: lo stile di guida, il carico a bordo e le irregolarità della strada sono i fattori principali. In ogni caso come stima puramente approssimativa i dischi freno hanno una durata di circa 80.000 – 100.000 chilometri.

Fonti di informazioni per l’articolo:
https://www.partsweb.it/dischi-freno-usurati-i-rischi-come-misurare-lo-spessore-quando-sostituirli/
https://www.euautopezzi.it/catalogo-ricambi/disco-freno-10132

05/10/2022No comments
Mozzo della ruota auto, cosa c’è da sapere

Ti è mai capitato di sentire uno strano suono provenire dalla zona dove si trova il gruppo ruota, o hai notato che il volante vibra soprattutto quando si accelera? Bene, allora sei capitato nel posto giusto.
Una delle possibili cause che ti hanno allarmato potrebbe derivare dal gruppo del mozzo difettoso o guasto.

Ma spieghiamo meglio.

Uno dei componenti più robusti e resistenti di un’automobile è il gruppo del mozzo. Le auto sono dotate di quattro mozzi, uno per ogni ruota. Il mozzo si trova nella parte centrale del gruppo ruota e svolge un ruolo complesso in quanto è la sede del montaggio del cerchio e dei cuscinetti.

Le sollecitazioni e i carichi a cui è soggetto il gruppo del mozzo sono dovute alla natura del tracciato, alle prestazioni degli pneumatici e al peso della vettura. Inoltre il massimo livello di sollecitazione avviene in frenata per il mozzo anteriore e in accelerazione per il mozzo posteriore.

Sebbene il gruppo del mozzo sia robusto e resistente può capitare che si danneggi, si rompa o si consumi prima del tempo. La durata di esercizio è di circa 100.000 chilometri di percorrenza ma è sempre consigliato verificarne il suo corretto funzionamento.

Quali sono i sintomi di un mozzo guasto?

Un mozzo ruota danneggiato si comporta in modo anomalo e fornisce dei segnali facilmente identificabili. Un primo segnale è possibile riscontrarlo quando il volante si allenta o vibra, soprattutto in fase di accelerazione. Solitamente questo è dovuto ad un cuscinetto usurato all’interno del gruppo del mozzo. In questo caso occorre recarsi subito in un’autofficina per la diagnosi dell’effettivo problema, che se trascurato può provocare il distacco del volante.
Un altro segnale può essere avvertito da uno strano suono stridente proveniente dalla zona ruota-pneumatico. In questo caso la causa potrebbe derivare dalla rottura del cuscinetto, da una cattiva lubrificazione o da un suo disallineamento.
Un ultimo segnale può derivare da un ticchettio proveniente dal gruppo del mozzo che si percepisce quando l’auto è in accelerazione. A causa della rottura del cuscinetto, la pinza dei freni muovendosi va a toccare la parte superiore della ruota generando quel fastidioso ticchettio.

Cosa fare quando si riscontra un’anomalia del gruppo mozzo?

Come già detto, quando riscontrate un’anomalie del gruppo mozzo è necessario rivolgersi presso la propria autofficina di fiducia per diagnosticare e risolvere il problema.

Si consiglia sempre di verificare con il proprio meccanico la scelta dei componenti da sostituire. E’ davvero molto importante selezionare ricambi in grado di garantire un elevato standard di affidabilità e qualità. SKF Kit cuscinetto ruota compatibile con auto dei marchi Audi, Seat, Skoda, Volkswagen rappresenta la soluzione ottimale poiché è dotato di un sistema ABS integrato. All’interno del kit sono compresi anche un bullone/vite SKF04756, quattro bulloni/vite SKF04810 e un supporto/cuscinetto SKF00866.

17/12/2021No comments